La via del Ben-Essere

Il blog di Studio Shiatsu Bari di Alberto Scattarelli
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Le quattro giuste attitudini di un Operatore Shiatsu

Lungi da me voler creare una classificazione stringente di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche predominanti di ogni operatore Shiatsu, ma credo che i quattro punti che sto per proporvi, possano rappresentare un buon inizio per chiunque voglia porre attenzione su alcune attitudini personali da coltivare per accrescere la qualità della propria pratica.


1) NON FARE

Credo che questa rappresenti una delle più importanti attitudini che un buon Operatore Shiatsu ha la necessità di sviluppare e conservare attiva nella propria pratica quotidiana.

Molto spesso siamo presi da una pur giusta propensione ad assistere l'altro e questo ci mette nella condizione di voler "fare" assolutamente qualcosa per aiutarlo. E' come se ci facessimo carico di responsabilità non nostre e cercassimo in ogni modo di perseguire un miglioramento della condizione energetica/fisica di Uke.

Questa forma di generosità, però, ha davvero poco a che fare con il sistema energetico a cui ci rivolgiamo e così, sempre più spesso, accade che più ci accaniamo nel voler cambiare qualcosa nel sistema corpo/mente/spirito del ricevente e più la modifica che tanto auspichiamo non avviene.

Ricordo che i miei primi trattamenti erano assolutamente inefficaci a livello energetico ed ero solito tornare a casa stanco ed affranto; era come se il mio lavoro, eseguito comunque con una tecnica di qualità, non avesse i risultati sperati.

La gente veniva da me, mi riferiva i suoi problemi, ed io facevo di tutto per sbloccargli una VB che gli congestionava l'anca, liberare uno ST che creava dolore o calmare un MC dolente per una cocente delusione d'amore.

Lavoravo con dedizione per ottenere un risultato e questo era l'unico motivo per cui quello stesso risultato non si verificava: ero nel "fare".

Un giorno il mio Maestro mi disse: "Tra Tori ed Uke è necessario che ci sia un foglio di carta di riso ". Ho avuto bisogno di tanto tempo per comprendere il senso profondo di queste parole ma adesso ho riempito la mia pratica di questo concetto fondamentale. Ho davvero avuto piena consapevolezza di questo approccio durante il mio ultimo viaggio in Giappone, quando mi sono confrontato con operatori che davvero sentivano dentro il senso profondo e spirituale di quello che stavano facendo. 

L'Operatore Shiatsu non ha bisogno di attaccarsi ad un risultato ma semplicemente osserva Uke e la sua condizione energetica con profonda partecipazione ma con altrettanto distacco.

Fare Shiatsu per me è come guardare ammirato un olio su tela Claude Monet, il vero fondatore dell'impressionismo francese, forse il più radicale. Quando guardi le sue opere, gli attimi fugaci della natura che vuole rappresentare, puoi solo osservare, e qualsiasi imperfezione giunga ai tuoi occhi rapiti da quel tratto così bello da vedere da lontano, aumenta sempre di più la necessità di guardare l'interezza del soggetto, senza voler in alcun modo interferire in essa. 

Si, esatto, senza voler interferire, proprio come dovrebbe fare un buon Operatore Shiatsu.

Uke è un quadro perfetto, anche nella sua imperfezione e l'Operatore può solo guardare senza interferire, perché questo approccio da al ricevente la giusta libertà di seguire il proprio personale processo di crescita e di auto guarigione.

Nessuno si sognerebbe mai di voler cambiare una sola pennellata sulle tele del Maestro francese, perché mai un Operatore Shiatsu dovrebbe avere l'arroganza di voler cambiare qualcosa nel "quadro" di Uke?

Ecco quindi che è necessario lavorare su questa fondamentale attitudine: non siamo noi a "dover" cambiare qualcosa in Uke, me è egli stesso che ha necessità di porsi di fronte al proprio "corpo/mente/spirito" e scegliere come e quando migliorarlo.

Noi siamo solo una guida ed una guida ci porta da qualche parte: tutto il resto lo fa chi si affida a noi, tutto il resto lo fa il ricevente.

Questo gesto di grande consapevolezza ci renderà molto piùresponsabili ed efficaci, perché darà finalmente importanza all'altro, spegnendo il nostro "Ego".


2) INVESTI NELLA TUA CRESCITA

Il percorso dello Shiatsu non termina mai e necessita di costante studio ed aggiornamento.

Spesso incontro colleghi che hanno svolto studi importanti sullo Shiatsu diversi anni fa e da allora non hanno più voluto occuparsi del proprio aggiornamento professionale, riferendo che, a loro dire, hanno imparato tutto quello che era utile alla loro pratica. Niente di più sbagliato.

Lo Shiatsu è in continuo mutamento e gli insegnamenti originari dei grandi Maestri ha avuto notevoli evoluzioni, portate in essere da Maestri altrettanto prestigiosi, che hanno votato le proprie vite a rivedere ed incrementare la conoscenza di questa bellissima arte del ben-essere.

Come praticante e come istruttore credo sia davvero fondamentale impegnarsi nello studio e nell'accrescimento delle proprie competenze, anche seguendo stages e seminari di miei illustri colleghi italiani ed esteri in modo da tenere alta l'attenzione sull'interscambio di visioni e contenuti tra operatori e scuole (metodiche) diverse.

Se vuoi essere un Professionista a 360 gradi, non sottovalutare l'ipotesi di iscriverti ad una Associazione Professionale che garantisca il tuo aggiornamento continuo.


3) PRENDITI CURA DEL TUO STRUMENTO MUSICALE

Spesso durante le lezioni di Shiatsu base, per far ben comprendere il sistema dei meridiani e l'interrelazione con il Ki, faccio appello alle mie pregresse esperienze da musicista amatoriale ed utilizzo il paragone con il pentagramma, che vado a sintetizzare di seguito.

La chiave di violino posta all'inizio di ogni rigo musicale, rappresenta il Ki, ed è l'elemento caratterizzante di tutto il pentagramma perché ne definisce in maniera univoca tutte le caratteristiche. Senza una chiave iniziale, non si potrebbe comprendere il senso delle note trascritte, esattamente come sarebbe impossibile, senza comprendere il concetto di Ki, comprendere l'esistenza di alcun meridiano.

Ogni singola nota che si articola sulle linee dello stesso pentagramma, potrebbe essere visto come un meridiano che si muove attraverso percorsi ben precisi e che segue regole assolutamente immodificabili.

Così come ogni nota non rappresenta una entità a se, ma è semplicemente una vibrazione diversa del suono originario che per convenzione viene chiamata do, re, mi, fa, sol..ecc, anche i meridiani sono semplicemente il risultato di una diversa vibrazione del Ki, che assume un nome diverso a seconda delle proprie manifestazioni organiche, emozionali o spirituali.

Se volessimo a questo punto ampliare il paragone, potremmo anche dire che ogni nota che compone la melodia potrebbe essere assimilata a tutti gli tsubo (punti) presenti nel nostro corpo.

A questo punto, quando ogni nota/tsubo si muove in maniera armonica all'interno del pentagramma, quando cioè tutte le note si susseguono secondo una sequenza musicale e coerente, nasce la melodia/salute.

Ovviamente ognuno di noi crede (spera) di far risuonare al suo interno una bellissima melodia, magari "Shine on You Crazy Diamond" del Pink Floyd, eppure, aimé, quasi sempre, la musica che risuona dentro di noi è ben lontana da quella sperata.

Ogni "nota" che risuona dentro di noi può essere calante, ovvero con una frequenza leggermente più bassa rispetto al suono considerato gradevole, o addirittura può essere crescente, con una frequenza leggermente più alta.

Questa disarmonia, che dal punto di vista dell'approccio energetico è definita Kyo (ipo) o Jitsu (iper), è proprio l'elemento su cui pone maggiore attenzione l'Operatore Shiatsu durante il proprio trattamento.

E' come se l'Operatore si trasformasse in un piccolo "diapason energetico", che attraverso il proprio lavoro, da la possibilità a tutte le "note" presenti nel corpo/mente/spirito di Uke, di riaccordarsi autonomamente e di ritornare a suonare/vibrare in maniera corretta.

Durante questo lavoro non c'è alcuna forma di dipendenza ma semplicemente Tori sostiene il processo di auto guarigione di Uke.

Restando in tema musicale immagino questo rapporto come se fosse uno splendido duetto tra Ella Fitgerald e Louis Armstrong che suonano Summertime.

A questo punto la domanda nasce spontanea: se il nostro corpo/mente/Spirito di Operatore non è accordato o è accordato male, abbiamo davvero la possibilità di poter eseguire un buono Shiatsu?

Ovviamente la risposta è altrettanto semplice: assolutamente no..!!!

Se il nostro strumento musicale è maltenuto e non è custodito in maniera corretta, come potremmo pensare di utilizzarlo per far "risuonare" l'altro?

Per offrire un buon trattamento ad Uke è necessario che il nostro strumento venga trattato con cura; ecco perché non possiamo prescindere dal dedicarci in maniera importante a questa pratica di revisione quotidiana.

Ogni giorno prendiamoci del tempo per meditare (almeno un'ora), riposiamo il nostro corpo (dormendo il giusto), nutriamolo con la giusta attenzione (mangiamo solo quello che serve), cerchiamo di curarlo con tutto l'amore possibile e di renderlo efficiente.

Rilassiamo le nostre corde interne, puliamo la nostra mente, pratichiamo Do-In, Yoga o i Keiraku Taiso, impariamo a respirare (pratichiamo Pranayama o tecniche similari), prendiamoci cura della nostra igiene personale prima di ogni trattamento ed utilizziamo comunque ogni stratagemma per rendere il nostro strumento attivo ed empatico oltre che tonico e rilassato.

Se dentro di noi risuonano note non armoniche, potremo difficilmente aiutare l'altro perché la sintonia nasce tra chi ha le stesse note dentro.


Quando trattate siate come colui che spinge il suo sguardo all'abisso: attenzione a non cadere!
Che la vostra mano sia come quella che tiene una tigre: la fermezza non vi mancherà.
Che niente turbi il vostro animo, nella calma considerate il vostro paziente senza girare lo sguardo a destra e sinistra.
Prima di tutto rettificate il vostro Shen: perché è lo sguardo che voi portate al malato che richiama la regolazione dei suoi Shen.
In questo modo farete circolare i soffi con facilità.

[Huangdi Neijing - Su wen]

4) RICERCA LA GIOIA

Sia che tu abbia scelto di praticare Shiatsu con una pura finalità personale, sia che tu abbia scelto di rendere questa tua pratica un vero e proprio lavoro, cerca sempre di non perdere il sorriso mentre tratti.

Ricorda che stai donando benessere ad un'altra persona ma stai anche lavorando profondamente per portare gioia nella tua vita, perché questo è quello che meriti.

Cerca ogni giorno di trovare nuovi stimoli e nuove strade da percorrere nella tua pratica, senza fossilizzarti in movimenti e trattamenti preconfezionati.

L'abitudine inibisce la gioia: per questo, cerca sempre di cambiare il tuo modo di lavorare e di usare approcci sempre diversi al Ki ed al Corpo di Uke.

Guarda te stesso e l'altro come un continuo mutamento e sii stabile e determinato nel non cercare alcun attaccamento, anche in una tecnica che apparentemente credi efficace. Cerca sempre di migliorarti e di affinarti anche in un movimento che ritieni perfetto, perché c'è sempre qualcosa da poter cambiare.

Mantieni alta la passione in quello che fai ed aggiungi ogni giorno un piccolo tassello alla tua crescita di Operatore Shiatsu, accogliendo ogni piccolo progresso con sentimento di profondo appagamento personale.

La via dello Shiatsu è un percorso lungo, talvolta in salita, ma rappresenta comunque l'emblema del cambiamento continuo dell'Energia vitale che si palesa in ognuno di noi e tu hai scelto di essere uno strumento di diffusione verso l'Altro di questo meraviglioso messaggio.

Ogni giorno, all'inizio della tua pratica, dedicati alcuni minuti per accogliere il tuo nuovo giorno di Shiatsu e ringraziare l'Universo per averti dato questa splendida opportunità.

Il nostro lavoro è meraviglioso...!!!



NOTA BENE: I contenuti presenti su questo articolo hanno carattere informativo e non si sostituiscono in nessun modo a valutazioni di medici, dietisti o nutrizionisti specializzati o a terapie in atto. Nel rispetto del Codice di Condotta prescritto dal D.L. 70 del 9/4/2003, le informazioni inserite in questo articolo devono considerarsi quindi di tipo culturale ed informativo.

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